giovedì 27 novembre 2014

L'avvelenata

Sapete qual è il mio modesto, ininfluente non richiesto (al pari del vostro, del resto) parere? E' che se le cose vanno male, vanno male. E se le cose vanno male io non me ne faccio niente dei il meglio deve ancora venire, sii fiduciosa, porta pazienza. Mai pretendere pazienza a una che la pazienza non gliel'hanno proprio montata. A una che condivide la sua vita co' l'ansia, da sempre. Non è che 'sta cosa cambierà solo perché tu, ottimista col culo dell'altri, mi vieni a spiattellare il tuo inutile, perbenista, scontato e forse pure ipocrita consiglio da rigatterie di speranze a prezzo discount. Per quello ci sono le fortune-teller. Se non sono mai andata da loro non vedo perché
dovrei dar credito a te.

Lo so. Sono un'ingrata, una piagnucolosa inetta che non prende il mondo di petto, una che aspetta, semplicemente, che la fortuna giri. Una che non apprezza quello che ha.

Sarà vero, cazzo ne so io. Non ho il tempo ne la voglia ne le energie per pormi pure questo problema esistenziale.

Però so per certo che se penso alla fame nel mondo non è che me migliora l'umore. A limite mi deprimo di più. Se penso ai bambini africani, ai terremotati dell'Aquila, a quelli che se guardano Maria de Filippi non mi sento meglio.

Voglio lamentarmi, urlare, disperarmi, prendere a pugni un sacco da boxe con su la faccia di quelle meravigliose persone che si sono impegnate pure l'anello della prozia per rendere la mia vita un fottuto inferno.

Voglio gridare al mondo che io NON ME LO MERITO. Che questa è un'ingiustizia bella e buona e che questi tre anni di passione a me, indietro, non li ridà nessuno.

Sono incazzata, asociale, acida, sociopatica, depressa. Sono un soggetto da cui stare alla larga. Non avvicinatevi, non tiratemi su il morale. Non ci riuscireste e io non ho bisogno.



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