mercoledì 17 dicembre 2014

Il grido

Da questa mattina il mio umore è cambiato almeno una decina di volte, fortuna che ho smesso da quasi un anno le stimolazioni ormonali sennò qualcuno avrebbe certamente invocato un TSO e avoglia a spiegarli che non sono io la pazza infermiere, mi liberi subito!

Ad esser pazzi sono gli altri. Gli ottimisti, per esempio. Quando si mettono in testa di fartela prendere bene sono peggio del testimone di Geova alla porta quando hai fretta d'uscire o devi andare a cagare o eri già sulla tazza e ti sei alzata solo perché pensavi fosse il corriere con la collana strass di Zara che hai ordinato una settimana fa.

Da qualche mese mi succede una cosa strana. Io e il mio corpo, quel bastardo traditore, siamo entrati in sintonia o, meglio, abbiamo aperto un canale di comunicazione. Peccato sia unidirezionale, nel senso che lui decide cosa fare e me lo comunica ma si ostina a non recepire i messaggi che gli mando io, pacifiche proposte di collaborazione tipo suvvia apriamo un tavolo sulla questione gravidanza, sono certa che troveremo un accordo. Riesco a capire quel che mi succede, ma non è una bella consapevolezza. Persino riesco a immortalare l'esatto minuto in cui il progesterone inizia la sua inarrestabile discesa verso gli abissi dell'infertilità. Passa la tensione al seno, passano i sintomi premestruali e poi sbam! arriva il ciclo, l'ennesimo inatteso.

L'ho descritto così bene perché, guarda il caso, è successo proprio ora. Ed io navigo nel mio solito melmoso mare di disperazione e pessimismo.

Come se non bastasse domani, giorno x, dovrò alzarmi prima dell'alba, attraversare mezza Roma, incontrare persone, socializzare, apparire carina, educata, professionale. Elemosinare un lavoro che mi spinga ad alzare il culo dal materasso e dia un senso, seppur parziale, alla mia vita.

Perché no, non ce l'ha. Non mi basta sapere d'esser viva tutte le mattine perché non è questo che la vita dovrebbe essere.

Qualcuno in tivvù ha detto che le grida di dolore arrivano al Padreterno prima delle preghiere. C'avranno la corsia preferenziale. Le mie devono aver sbagliato strada, hanno imboccato la Cassia alle 8 di mattina.

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