venerdì 2 gennaio 2015

Buoni propositi manca(n)ti

Ma questa cosa dei buoni propositi la possiamo bypassare o dobbiamo ciucciarcela per forza per poi essere aggrediti dai rimorsi il 21 gennaio?

Ventuno gennaio, non una data a caso. Ho letto da qualche parte sì sono sempre assai accurata nella citazione delle mie fonti, non per niente sono una giornalista che la terza decade del mese che inaugura il nuovo anno è in assoluto la peggiore. Vacanze natalizie appena smaltite, vacanze estive miraggio lontano, freddo, buio pesto alle cinque del pomeriggio e primi fallimentari bilanci fanno di quella settimana la bestia nera dei nostri umori.

Io quindi come minimo mi ficco in doccia e mi tagliuzzo le vene con la Gilette dell'USI.

Due giorni di 2015 e a me già girano i maroni. Due notti in bianco, due sì sono solo due non indagate oltre, profani kg in più e lo smalto semipermanente che manifesta i primi inequivocabili segni di cedimento. Una roba che oggi, durante il mio rilassante giretto dar cinese sotto casa, sono stata seriamente tentata d'acquistare un fornetto per la cottura delle unghie. No, maschi, non è uno strumento di tortura di stampo staliniano, solo l'ennesima dimostrazione di quanto la femmina del duemila abbia imboccato la via a senso unico della regressione evolutiva.

Ho comprato il par de scarpe nove di cui avevo bisogno, uno stampo da plumcake e il cartello vendesi. Forse è il primo passo verso una via di fuga, forse l'ennesima perdita di tempo ma la decisione pare presa. Ci vuole solo un po' di coraggio. Una delle nostre case verrà messa in vendita nella speranza di racimolare qualche dinero con cui poter pensare all'acquisto di una casa in città. O giù di lì. Diciamo in uno di quei bordi di periferia dove i tram non vanno avanti più che però sono sempre meglio della provincia, del Cotral, del traffico sul tratto urbano dell'A24, dell'autostrada a 4 e 70, del ghiaccio, della neve, delle catene a bordo obbligatorie dal 14 novembre al 14 aprile.

Ad esser sincera io quest'aria di cambiamento non la sento. Forse perché ho paura.

Pensare al nuovo anno come a una chance di miglioramento mette addosso molta carica, pensare al nuovo anno come occasione di ennesimi fallimenti atterrisce.

Così io penso ad altro, fischietto e svago.

Siamo nel 2015? Toh, non me ne ero accorta.

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