domenica 4 gennaio 2015

Only the brave

E' agganciato con 4 fascette da elettricista sulla ringhiera perimetrale, in quel piccolo spazio tra l'angolo e il cancello d'entrata. C'è scritto vendesi. L'ho appeso senza pensare, senza inutili sentimentalismi. Forse perché nutro, in verità, poche speranze riguardo la possibilità di vendere davvero quella casa, forse perché la decisione è stata frutto di qualche discussione, forse perché ho promesso a me stessa di tagliare col passato, con la tristezza, con la nostalgia e di raggiungere i miei scopi con qualsiasi mezzo, purché funzioni.

La mia immaginazione preme su scenari idilliaci, io mi lascio andare, coccolo felicità potenziali e speranze e poi torno sui passi, decisa a non volare troppo in alto, a non farmi toppe illusioni.

Per qualcuno la ricerca di una gravidanza, di un lavoro e di una casa è un progetto troppo ambizioso, non per me. Io ho smesso con le mezze misure, con la cautela, con i pro e i contro. Voglio tutto, non importa quanto tempo ci vorrà e sono stanca d'essere immobile. Non voglio metter radici, fermarmi, aspettare. Perché se ci sono attese che non si possono evitare ci sono anche azioni che possono compiersi subito, nettamente e indipendentemente dal risultato.

L'anno passato è stato l'anno del riposo, della riflessione, della consapevolezza. Ho fatto i conti me stessa. Conti che per 30 anni ho rimandato, ignorato, schivato. E' stata dura e ho toccato il fondo, raschiandolo, parecchie volte. Ma la me che piange sul pavimento del bagno facendo a pugni col muro non c'è più.

Adesso sono pronta per l'azione, per il movimento. Sono pronta ad avere coraggio.


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