sabato 31 gennaio 2015

Terrorismo e altalene emozionali

Facendo ricorso alla pochissima buona volontà rimasta sul fondo del mio barile emozionale, la settimana scorsa mi sono decisa a chiamare AlterEgo per fare la spia renderla edotta riguardo l'esito della visita ginecologica pre-ricovero fattami dal Kappler delle passere di cui qui.

Come sospettavo il tipo è un terrorista e io ho fatto bene a non farmi condizionare troppo dagli scenari catastrofici che mi ha spiattellato in faccia con spocchia e noncuranza.

Stia tranquilla - ha detto AlterEgo - Kappler è uno specializzando del quinto anno, deve averle prescritto di default esami non necessari perché non li ha visti nella sua cartella.

'sto deficiente.

La ricerca pazza e disperata d'un lavoro, una casa e una botta di culo prosegue imperterrita, ma faticosamente. Ieri, per esempio, l'ennesimo crollo emotivo mi ha succhiato energie e voglia di vivere, così ho singhiozzato maledicendo la mia inutilità sul felpone di pile d'un marito fin troppo paziente.

Poi mi sono ripresa, eh.

A provocare il black-out del mio emisfero destro è stata una cacio e pepe. Proprio così. Una stronzissima ricetta che si ostina a non riuscirmi come dovrebbe. Dopo la fallimentare prova number three ho iniziato a pensare cose tipo ecco, non so fare un bambino, non trovo un lavoro e manco so' fare un piatto di pasta. Qualcuno dovrebbe uccidermi.

Continuando a tener fede al mio unico buon proposito annuale, che in soldoni sarebbe semplicemente vivere meglio ho cancellato il numero di Emme, quella che si gode il mio lavoro, la mia scrivania, i miei colleghi e dorme sugli allori dei miei meriti e delle mie competenze.

Quello che ancora mi riesce difficile è cancellare lui. 

Lo farai quando sarà il momento, mi dico. Non riesco a capire se sia una scusa, una proroga o un auspicio.

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