mercoledì 11 marzo 2015

Libertà ritrovate

Il referto è scritto nero su bianco a pagina due del foglio dimissioni, il lasciapassare dei degenti verso una libertà vigilata dal ricovero ospedaliero che, nel mio caso, è durato poco più di 24 ore.

Ripetuti tentativi.

Tre, per essere precisi. Fatti con due diversi strumenti e un'ostetrica che, cito testualmente, ha spinto, un po' come si fa con le partorienti solo che, stavolta, anziché far uscire qualcosa bisognava farla entrare o meglio, passare. 

Quando tre mesi e mezzo fa, su indicazione di Sboccaccio, sono andata a fare il colloquio con AlterEgo, abbiamo parlato a lungo delle potenzialità della laparoscopia diagnostica, paventando tutte le possibilità. Avremmo potuto scovare qualche aderenza, un'endometriosi, un ovaio micropolicistico sfuggito alle ecografie pelviche, una piccola malformazione.

Visto che ci siamo facciamo anche un'isteroscopia e ricontrolliamo le tube.

Le tube.

Un'appendice, una nota a piè di pagina, un dettaglio, una sciocchezza da eccesso di meticolosità.

Sì perché l'isterosalpingografia del settembre 2013 parlava chiaro: pervie.

Non lo erano, anzi. Erano così chiuse da richiedere, per scavicchiarle, tre tentativi, due strumenti e un'ostetrica che ha giocato a palla col mio utero.

Quando, nel dormiveglia post anestetico lo specializzando me l'ha comunicato ho creduto d'aver capito male. O forse stavo sognando. 

Ma la versione data da AlterEgo all'USI, che aspettava fuori dalla sala operatoria, è stata la stessa così come la sua incredulità, il suo stupore.

Forse il metodo usato da SantoSpirito era troppo obsoleto, forse si sono tappate dopo. Tante domande, nessuna risposta e la sgradevole sensazione che la vita mi stia prendendo per il culo.

Tornerò presto da Sboccaccio che alla luce di questi risultati mi dirà quale strada prendere. Quello che so è che ho fatto bene ad andare avanti. Quello che so è che la pignoleria e la testardaggine oggi, in qualche modo, hanno vinto perché ora le mie tube sono libere, libere davvero e questa partita si combatte, finalmente, a carte scoperte.

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