lunedì 30 marzo 2015

Miranda e le manovre prepasquali

Indosso lo stesso paio di pantaloni di ieri, un maglioncino grigio fumo con lo scollo a e le maniche slabbrate, scarpe made in china, intimo non coordinato, calzini rosa a mezzo stinco. Se questa, per tutte le donne così poco superficiali dall'essere sprovviste di una sana dose d'egocentrismo vanesio è la normalità, per Miranda Priestley è un crimine orrendo che marchierà a vita la mia anima fescionista rendendola riconoscibile al mondo, tipo il segno sulla fronte di Caino.

Verrò additata come sciatta, femminista col pelo pubico orgogliosamente vigoroso e lucido oppure comunista da centro sociale troppo impegnata a dimostrarsi maschio per essere femminile e sostenere le tette con un wonder-bra.

Una fine orrenda per una che coordina il colore dello smalto a quello della pashmina, un po' come si abbinavano scarpe e borsa negli outfit matrimoniali anni '90. Ammesso che ora questa consuetudine sia davvero in disuso.

Se ci mettete, poi, che ho i capelli a criniera, grezzi, crespi, gonfi avrete il quadro completo della situazione tragica in cui versa la considerazione che ho di me stessa, del mio senso dello stile, della moda, della cura della persona.

Ah no, scusate. M'ero scordata le occhiaie e le pellicine sulle unghie.

Ad ogni modo, ora che torneremo nella nostra regale dimora dai nuovi muri grigio perla, ho intenzione di recuperare. Ho stilato un piano bisettimanale di squat, pedalate, addominali. Che va bene tutto, ma il culo calante giammai. Ho acquistato una crema corpo in offerta, un dentifricio sbiancante, persino un impacco per capelli.

Grandi manovre prepasquali.

Queste manifeste intenzioni di rinnovamento, che oltrepassano i confini del mio corpo per invadere tutto quel che mi circonda, dalla casa al giardino, mal si sposano con le mie finanze che, impietose, mettono veti al mio desiderio ossessivo di acquisti. Così lo stalkeraggio sul sito di ikea e davanti la vetrina di Ferrone di via del Tritone è, per ora, innocuo e fine a se stesso.

Temo dovrò prendere ripetizioni intensive di microeconomia dalla Merkel, visto che ora lavoro, percepisco uno stipendio ma non è cambiato un cazzo. Ricambierò impartendole lezioni di gag che, si sa, il primo ministro tedesco ascolta Bach e legge Kant ma, diavolo, c'ha un culo enorme.

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