lunedì 20 aprile 2015

Confessioni imbarazzanti e amare consapevolezze

No. Non mi sono messa a saltellare in ascensore alle otto meno tre per testare il livello di tensione mammaria a un giorno esatto dalla data presunta ciclo.

Chiunque venga a dirvi il contrario è uno sporco menzognero.

Sarò salva fin quando non installeranno telecamere di sicurezza. Nell'assoluto riserbo concessomi da quelle quattro pareti d'acciaio potrò fare tutti i saltelli che voglio a partire dal 13 p.o..

Soddifazioni dell'infertile.

Cosa avevo detto riguardo la speranza? Ecco. Del resto sono abbastanza coerente quando mi do dell'incoerente.

Se pensate che tra un saltello l'altro io abbia toccato il fondo vi sbagliate.

Forse l'ho fatto quando, alla costante ricerca di segnali divini, mi sono depressa nel constatare che la semina del nostro prato non aveva dato frutti per poi farmi prendere da immotivato ottimismo alla vista di pochi, fragili e mal distribuiti steli d'erba.

Sbalzi umorali dell'infertile.

Continuo ad essere gelosa come Giovanna la pazza quando vedo altrui panze sbocciare al sol dell'avvenir.

Faccio pure di peggio, a dirla tutta.

Per esempio mi è capitato di pensare che una madre che dice una cosa tipo non voglio che mio figlio senta la parola "omosessuale", non voglio pensi sia una cosa normale i figli non se li merita perché sta crecendo un mostro omofobo e io, questo, non lo farei mai.

Superbie dell'infertile.

Il mio nuovo approccio zen consapevole, a metà tra raziocinio e fatalismo, funzionerebbe piuttosto bene se non fosse stato preceduto da manie di controllo ossessivo compulsive che per anni mi hanno spinto a infruttuose ricerche su Google alla ricerca di fantasintomi. Così, per quanto io sia devota alla mia nuova e più salubre visione della vita ho ancora stampati in mente tutti i disturbi della neogravida come stanchezza, sonno, nausea, stitichezza.

Non ne ho manco uno. Non sono incinta.

Consapevolezze (amare) dell'infertile.    

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