venerdì 15 maggio 2015

Califano e le scie chimiche

Credevo che il lavoro a ondate fosse un'esclusiva caratteristica del mio vecchio impiego, dove le persone erano note per esercitare il loro sacrosanto diritto di procastinazione delle attività impegnative in favore di quelle ludiche con estrema maestria, salvo poi ritrovarsi con le spine nel culo a due giorni dalle scadenze. A quanto pare, invece, anche da queste parti le giornate intense, durante le quali anche alzarsi spesso per fare pipì viene considerato un gesto sovversivo, si alternano a quelle piatte, noiose, inutili.

Il problema stavolta non è il vizio di rimandare a domani quel che puoi far oggi ma la disorganizzazione, in primis, dei nostri responsabili.

In ogni caso il venerdì pomeriggio è, quasi sempre, piuttosto leggero così io ne approfitto per famigliarizzare con la fauna d'ufficio favorendo quel complesso processo noto come accettazione sociale della novellina all'interno di un gruppo già strutturato. Attività che, modestamente, mi riesce sempre piuttosto bene. Salvo rari casi.

Il collega Effe, unico portarore sano di pistolino all'interno di queste quattro, strette mura, siede dirimpetto a me, è ipocondriaco, fissato con giacche e capelli, palestra e ultime tecnologie. Le sue giornate seguono ritmi serrati. Alla macchinetta, per esempio, va solo due volte. Per il caffè macchiato delle tre del pomeriggio e per lo spuntino serale che può essere dolce o salato ma sempre accompagnato da un orzo lungo.

Ama raccontarmi dei film che guarda, sebbene non si consideri un cinefilo, ama il mare, usa pregare al fine di combattere l'insonnia e mi ha consigliato di fare altrettanto. E' sempre ben informato, predilige gli sport individuali al calcio ma si proclama romanista perchè crede che l'appartenenza territoriale debbe essere vincolante sulla decisione della squadra da tifare.

La sua compagnia è discreta e piacevole. Generalmente taciturno, spezza il silenzio solo con qualche, discutibile a dire il vero, intercalare senza significato tipo eh già, eeeeh che dici?, sei una grande!. Preferibile, comunque, alla scelta, altrettanto frequente, di canticchiare i successi di Califano. Tutto il resto è noia, la sua preferita.

Credevo questo fosse il suo unico, trascurabile difetto fin quando oggi, durante lo spuntino delle sei, con crostatina all'albicocca e orzo alla mano, mi ha parlato per un quarto d'ora delle scie chimiche rivelando la sua terribile natura complottista.

A me sono venute in mente vignette dissacranti. Ma non gliel'ho detto. Il mio avanzamento verso la totale accettazione all'interno del gruppo avrebbe potuto subire un brusco rallentamento.

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