venerdì 15 maggio 2015

Treni in corsa

Lo scorso anno ho avuto la cistite sei volte, una ogni due mesi. Sebbene quella non sia stata l'unica patologia che il mio corpo ha dovuto combattere e sebbene io creda che il motivo risiedesse nel brusco calo di difese immunitarie causato da forte stress psico-fisico, dopo aver eliminato i batteri più ostinati con sei dosi intrachiappa di un potente antibiotico, ho deciso di bere per evitare recidive. Almeno un litro e mezzo al giorno.  

Ho la pelle più liscia e la panza più piatta ma piscio a tutte le ore. Ovunque.

Se prima guardavo con sospetto e, potendo, evitavo i bagni pubblici ora li battezzo tutti. Da quello del McDonald's a quello dell'ufficio che visito, almeno, tre o quattro volte al dì.

Questa mattina, in luogo del solito bus provinciale, causa sciopero selvaggio dei mezzi, ho preso il treno interregionale Giulianova - Roma tiburtina.

Vista la mia ormai abituale impellenza sono andata ad espletare le mie funzioni fisiologiche nel minuscolo, lurido, cessetto del vagone. Come le donne sapranno la pipì su un treno in corsa non è un'attività for dummies. Ci vuole esperienza, calma e sanguefreddo. Pure un fisico bestiale.

E' andato tutto bene se non fosse che, a un certo punto, la porta s'è spalancata proprio mentre ero in quella posizione. Le donne sanno pure questa. Gli uomini beh, arrangiatevi.

Non avevo chiuso bene.

Ho richiuso l'anta metallica tempestivamente ma, proprio per questo, non so se qualcuno mi abbia vista. In ogni caso sono tornata al mio posto a testa bassa. Occhi fissi sul pavimento. In visibile imbarazzo.

Era meglio la cistite.

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