sabato 17 ottobre 2015

La colonna sonora d'un sabato inadempiente

Un sabato qualunque, un sabato italiano

Il peggio sembra essere passato ma la stanchezza, quella no. Tiene in ostaggio i miei sensi, va a braccetto con inadempienza, apatia e noia.

Sono le cinque del pomeriggio, il letto è disfatto e Biagio ci dorme sopra, impunito, impertinente. I miei capelli necessitano di un lungo shampoo, le mie unghie d'un colore accesso, la mia casa d'una sistemata, il garage pure di una ripulita visto che s'è allagato qualche giorno fa.

Il caffè e il Kinder Maxi non hanno sortito gli effetti sperati, una delle poche volte in cui il combo zucchero - caffeina fallisce la sua missione.

Ho sonno ma non dormo, tanta voglia di fare ma non faccio.

Fisso l'orologio quasi serenamente. Inconsapevole, è evidente, della fugacità del tempo.

Come si cambia, per non morire

Intanto, per allietare una giornata grigiastra, Sister G. si diletta in attività dall'alto valore morale e scientifico: le prese per il culo. Nello specifico sta inviando foto di tal Emme Sardegna, un tipo conosciuto durante una vacanza, appunto, in Sardegna, che s'era preso una sbandata per la sottoscritta, nonostante un fidanzamento pluriennale. Il donzello era, per la verità, un bel manzo, all'epoca. Spalle grandi, tartaruga, occhio azzurro, labbra carnose. S'è trasformato in Renato Pozzetto e pare abbia una smisurata passione per la pesca, unico sport che, a quanto pare, sembra praticare al momento.

Non l'ho rovinato io, giuro. Non avrei mai avuto nulla da condividere con un truccatore anche se mi avrebbe finalmente insegnato come mettere il fondotinta senza sembrare un'attrazione del museo delle cere o Moira Orfei.

Ricordi fiorivan le viole

Facebook può essere crudele anche nelle buone intenzioni. Da qualche tempo, occasionalmente e, suppongo, senza criterio ti sbatte in faccia post datati uno o più anni fa, postati nello stesso giorno della data corrente.

Due anni orsono, per esempio, sembra io stessi facendo merenda con una bombetta alla Nutella seduta alla scrivania del mio vecchio lavoro. Il motivo per cui resi edotto il popolo social di quel fatto privo di interesse è ignobile, infantile: ingelosire, marcare il territorio. Con l'aiuto mefistofelico di Sister G., che mai si sarebbe sottratta a una collaborazione di bassa lega ma, ammettiamolo, assai divertente.

Non ha senso, comprenderete, essere viziate se poi non possiamo vantarcene sottintendendo al nostro vanto una manifesta superiorità, un potere che io esercito e tu no, perché a me compra la bombetta a te no. 

Donne, du du du, in cerca di guai

Le conseguenze di quel gesto superficiale e volutamente provocatorio non si fecero attendere e confermarono i miei sospetti: la mia bacheca veniva costantemente stalkerata.

Di positivo c'è che quel ricordo sbattuto in faccia con inappropriata tempistica mi ha fatto capire che da allora molte cose sono cambiate, si sono evolute e che nonostante adesso la situazione non sia per niente facile è, nel complesso, migliorata.

Non ho più bisogno di dimostrare a niente e a nessuno di essere sul podio per qualcuno.

Perché sul podio io mi ci sono messa da sola. E nessuno mi tirerà più giù da lì.



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