lunedì 16 novembre 2015

Allons enfant

C'era questo signore di mezza età che fischiettava la Marsigliese sulle scale mobili di Termini e io ho pensato ai bambini siriani con la faccia sporca di polvere e sangue. Fuori dalla stazione cinque militari in mimetica e una camionetta. Roma s'è svegliata militarizzata. Arfio Marchini partorisce pensieri banalotti e superficiali su Facebook: forse ci attaccano perché sono invidiosi della nostra joie de vivre. Forse se sei un palazzinaro dovresti continuare a fare il palazzinaro. Il denaro non dovrebbe attribuire a nessuno un potere ed una visibilità sufficienti a conferire autorevolezza a qualsiasi idea di merda.

Un pensiero banale, tuttavia, l'ho partorito pure io stamattina.

Mi sono chiesta se abbia senso questa ricerca spasmodica e disperata di un figlio, se abbia senso mettere al mondo un uomo in un mondo così.

Tutto sommato ho avuto un'infanzia felice, un'infanzia occidentale. Ho avuto latte in polvere, pannolini, omogeneizzati, medicine, la scuola dell'obbligo e Baby Mia. Non ho conosciuto bombe ne spari ma conosco il bello della vita, che poi sarebbe una cosa semplice. La libertà, la salute, il sole in faccia e i pensieri leggeri. Nutro, di conseguenza, ancora speranze. 

Se fossi nata in Francia avrei goduto degli stessi agi e arriverei, con buona probabilità, alle stesse conclusioni: ne vale ancora la pena. Ma se fossi nata in Siria forse abdicherei al ruolo di madre, forse mi arrenderei. Perché non ne varrebbe poi tanto la pena.

Prima di bombardare dovremmo pensare a questo. Alle persone che non hanno più niente da perdere, al fatto che da terrorizzati a terroristi il passo è breve. Al fatto che la prossima volta potrebbe essere solo colpa nostra.

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