giovedì 24 dicembre 2015

La pienezza del sé

La CapaLì mi ha regalato una saponetta artigianale alla lavanda, idratante e calmante. Ho il vago sospetto che il presente contenga un messaggio, manco troppo velato. In barba a qualsivoglia tradizione l'ho usata già oggi, sotto la doccia, nell'apposito contenitore di feltro che, garantiscono le istruzioni, a contatto con la pelle stimola la microcircolazione.

Il ciclo è tornato stamane, non che mi aspettassi ritardi. Io e l'USI abbiamo mollato i rapporti mirati. Che non significa mollare l'idea di avere un figlio, semplicemente non crediamo più ai miracoli e attendiamo, quasi sereni, l'appuntamento con Sboccaccio, nella speranza stavolta non salti.

Ormai avvezza ai tiri sinistri delle mie ovaie ho deciso di ignorare fastidi, dolori, gonfiore e stasera indosserò comunque il vestito color senape, acquistato in preda a mistica ammirazione, in una bancarella di via Lepanto, mentre attendevo scoccasse l'ora dell'appuntamento al patronato, per la firma del contratto.

Sono indeterminata. E' solo una parola e ha pure perso il valore che aveva fino a qualche tempo fa. Ma dopo sei anni di precariato, contratti fuffa firmati persino a cadenza mensile, perdita senza preavviso di un lavoro che amavo, assenza di ferie, malattie, diritti quella piccola, stupida parola per me continua ad avere un grande significato. L'azienda non se la passa bene e sarebbe da ingenui pensare che quest'impiego possa durare per sempre. Ma ho imparato a godere delle gioie della vita, seppur fugaci. Sono, del resto, fugaci anche le nostre esistenze, paragonate all'anzianità del mondo.

L'unico buon proposito per il nuovo anno è eliminare o, quantomeno, diminuire gli zuccheri nella mia alimentazione. Magari metterci su pure un po' più di sport. Voglio stare meglio, sentirmi meglio.

Gli obiettivi, invece, sono grossomodo sempre gli stessi. L'erede, ovvio e le mie passioni. Voglio continuare a coltivarle, a lavorare sodo, ad arricchirmi.

Se chiudo gli occhi adesso non vedo la persona che vorrei essere, me la sento dentro.

Il 2015 mi ha restituito me stessa e pure se gli anni, dopotutto, sono solo convenzioni io guardo a questo ciclo finalmente fiera, serena, sicura e riconoscente.

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