mercoledì 20 gennaio 2016

Winter came

L'inverno, quello vero, è ordunque giunto. A sentirne la mancanza solo l'amico G. che, dall'alto del suo erudito punto di vista sul cambiamento climatico e sulle sue conseguenze, ha rimproverato senza remore me e la Sister G., colpevoli d'aver rimpianto l'inconsueto tepore delle scorse settimane intente, come eravamo, a riacquisire l'uso degli arti e del linguaggio complesso dopo aver grattacheccato via il ghiacco dal parabrezza e dal lunotto posteriore della macchina con uno strumento tristemente noto a chi, come noi, è costretto a ripetere compulsivamente la suddetta azione tutte le mattine e tutte le sere, durante la stagione rigida.

L'alternanza caldo - freddo ci tutela da eventi estremi - ha detto G. - preferivate forse gli uragani?!

Gli abbiamo rivolto un'occhiata pressappoco così:



Colta da improvvisa consapevolezza di possedere un unico piumino (e di doverlo lavare) ho deciso di approfittare dell'ultimo scampolo di saldi invernali e in una Zara sovraffollata ma sempre bellissima ho acquistato un giaccone color cagotto, stretto sulle spalle, decisamente troppo largo in vita ma con un maxi cappuccio con inserto in simil pelliccia, ideale per le piogge e, soprattutto, per la gnagnarella, termine comunemente usato in quel di Roma per indicare il fastidioso, insidioso pulviscolo atmosferico responsabile di reumatisti, bronchiti, dei più comuni ma altrettanto odiosi raffreddori e del relativo corredo di Santi inopportunamente nominati invano.

L'USI, che a breve verrà spedito in una piccola, adorabile ma freddissima località del sud Italia, m'ha redarguito per la spesa giudicata superflua, una sorta di semplice affermazione di vanità femminea. 

In fondo - ha sentenziato - avevi anche un altro cappotto.

Ho in seguito maturato motivato sospetto che la lamentela fosse, più che altro, uno strumento atto a vanificare ogni mio futuro tentativo di rompergli il gazz quando, a giorni, deciderà di acquistare un altro quello sì assolutamente superfluo paio di scarponi invernali, due pile e qualche antiestetica maglia della salute che lo aiuterà a combattere il gelo in quelle lande bellissime e desolate.

Non ho ancora fatto programmi su come e quando raggiungerlo. Mi esalta, al solito, la prospettiva di un nuovo viaggio, seppur breve e modesto. Non mi impensierisce, al solito, l'idea di restare sola e tenere le fila della nostra vita in completa autonomia per un mese e mezzo. Ma preferirei fosse al mio fianco quando il capo delle passere deciderà il nostro destino, ovvero il se, il come e il quando iniziare, finalmente (finalmente?) il percorso procreazione con l'aiuto del pubblico.

La accendiamo?

Mica per niente eh, si congela qui!

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